mercoledì 19 febbraio 2014

L'INCUBO DOVE UNO VALE UNO



Nella Rete "uno vale uno", ogni persona è un neurone collegato dalla rete agli altri neuroni a formare un grande cervello. Trasferire il potere decisionale alla rete significa trasferire al popolo il potere che attualmente è concentrato nelle mani di pochi... anche se poi nella realtà dei fatti non è proprio così. Se la maggioranza dei "neuroni" che formano il grande cervello è costituito "dall'italiano medio", non ci vuole molto per indirizzare a proprio piacimento questi molti "neuroni medi" con "pubblicità" mirate.


"Uno vale uno" è allo stesso tempo sia la forza che la debolezza della rete: un Giovanardi o un Calderoli in rete valgono come un Leonardo Da Vinci o un Einstein... e i Giovanardi superano sempre in numero gli Einstein. Questa media non pesata dove tutti sono uguali indipendentemente dalle capacità o dal merito porta ad un inevitabile livellamento verso il basso nel processo decisionale e di programmazione.
Affidare tutto alla rete è un compromesso al ribasso e poi, come se non bastasse, in ogni caso alla fine della giostra c'è comunque qualcuno che indirizza in qualche modo la baracca. Non sto mettendo in dubbio il fatto che le idee di ognuno abbiano pari dignità e meritino pari considerazione, ma livellare tutte le idee senza tener conto di capacità e meriti è un concetto devastante.
Nella miticizzazione della rete ci si sofferma sempre sull'idea che ciascuno di noi è un neurone di un grande cervello planetario... ma il punto è che se questo grande cervello planetario complessivamente ragiona come il Giovanardi di turno... più che un sogno quello della rete mi pare un incubo.

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