giovedì 9 gennaio 2014

UN PAESE A DIVERSE VELOCITÀ

La storia dei rimborsi degli insegnanti può sembrare un semplice scivolone, ma in realtà dietro c'è molto di più. Per tanti anni, sotto i vari governi Berlusconi e PD, sono stati sistematicamente tagliati fondi all'istruzione, sanità, pensioni, politiche sociali etc.
Le classi delle scuole primarie e secondarie sono diventate dei veri e propri pollai. Il precariato tra i docenti sta diventando la normalità; è stato ridotto drasticamente il numero degli insegnanti di sostegno, e i supplenti vengono pagati con mesi e mesi di ritardo (e questo paese osa definirsi anche civile...).
Per non parlare dell'Università che ormai è quasi al collasso: col blocco del turnover non ci sono più nemmeno i professori per garantire i corsi, e la ricerca si regge quasi esclusivamente sulle spalle di ricercatori precari e con stipendi da fame.


L'ipotesi del rimborso circolata in questi giorni lancia un messaggio preciso agli insegnanti della scuola pubblica: siete niente! vi diamo stipendi da fame (tra i più bassi d'Europa) e se ci girano ve li togliamo pure i soldi, perché voi non siete niente! In questo modo si contribuisce a sminuire ancor di più il ruolo dei docenti pubblici, già costretti ad insegnare in scuole sempre più fatiscenti, fredde e sporche (mancano addirittura i fondi per il riscaldamento e le pulizie). I soldi per la scuola pubblica non ci sono mai... eppure quando si tratta di trovare i soldi per le scuole private, per la sanità privata, per le fondazioni degli amici degli amici, per le sagre dei fichi secchi, per le concessionarie del gioco d'azzardo, per i cacciabombardieri che neanche volano etc.etc. i soldi si trovano subito.

Il vero punto è che sono state già gettate le basi per costruire una società che viaggi a diverse velocità: chi avrà i soldi potrà avere scuole private all'avanguardia (ma anche una sanità privata d'eccellenza, assicurazioni pensionistiche etc.etc.), chi non potrà permetterselo dovrà accontentarsi di una scuola pubblica fatiscente che difficilmente riuscirà a garantire una formazione all'altezza delle private... avvantaggiando di fatto le classi economicamente più agiate (le classi meno abbienti dovranno accontentarsi anche di ospedali che non funzionano, pensioni da fame etc.etc.).

Alla fine di questa crisi ci ritroveremo completamente immersi in questo modello di società diseguale senza essercene nemmeno accorti (già adesso è diseguale ma mancano ancora alcuni passaggi per completare la trasformazione). Questo è il vero cambio di verso tanto caro a Renzi, il pupazzo che ha il compito di portare a termine il progetto che ha preso forma più di 20 anni fa. Chi avrà i soldi continuerà a procedere in avanti, e chi i soldi non ce l'avrà cambierà verso e tornerà indietro... tanto indietro da finire di nuovo nel Medio Evo.

Avrei voluto concludere con un po' d'ottimismo, ma oggi non ci riesco proprio.

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